HWV321
I Concerti Grossi op. 6, o Twelve Grand Concertos, HWV 319–330, sono 12 concerti grossi di George Frideric Handel per un trio di concertino di due violini e violoncello e un'orchestra d'archi a quattro parti ripieno con clavicembalo continuo. Pubblicati per la prima volta su abbonamento a Londra da John Walsh nel 1739, nella seconda edizione del 1741 divennero l'Opus 6 di Händel. Furono scritti per essere suonati durante le rappresentazioni degli oratori e delle odi di Händel. Händel incorporò nei movimenti l'intera gamma dei suoi stili compositivi, comprese sonate in trio, arie d'opera, ouverture francesi, sinfonie italiane, arie, fughe, temi e variazioni e una varietà di danze. I concerti erano in gran parte composti da materiale nuovo: sono tra i migliori esempi nel genere del concerto grosso barocco.
Nel larghetto di apertura in mi minore l'intera orchestra suona per tre volte il ritornello, una sarabanda di seria gravità. L'atmosfera profondamente tragica continua nell'andante successivo, una delle affermazioni più personali di Händel. Il movimento è una fuga su un sorprendente tema atonale di quattro note, BGD diesis. Le sospensioni e le parti interne richiamano la scrittura contrappuntistica di Bach. Il terzo movimento è un allegro. Di tutta l'Op.6, è quella che più si avvicina alla scrittura da concerto di Vivaldi, con il suo severo ritornello all'unisono d'apertura; tuttavia, nonostante una chiara differenza nella struttura tra le sezioni del violino solista e i tutti orchestrali, Händel si discosta dal modello condividendo materiale tra entrambi i gruppi. Sebbene il quarto movimento in sol sia descritto come una polacca, ha pochissime caratteristiche in comune con questa popolare forma di danza del XVIII secolo. Le corde inferiori simulano un bordone, creando un'atmosfera pastorale, ma la scrittura simile a una danza per le corde superiori è più cortese che rustica. Il breve allegro finale, ma non troppo, riporta il concerto al mi minore e a uno stato d'animo più serio, con cromatismo e cambi di tonalità inaspettati.
